Come costruire una sedia pieghevole in legno massello

Come costruire una sedia pieghevole in legno massello

Costruire una sedia pieghevole non è particolarmente difficile ed è una buona palestra per prendere confidenza con la lavorazione del legno

Una sedia pieghevole mostra a colpo d’occhio la peculiare natura di mobile utilitario. Non è così per quella che presentiamo in questo articolo che si ripiega sì facilmente, ma che quando è aperta è del tutto indistinguibile da una normalissima sedia da tinello o salotto.

Come progettare una sedia pieghevole fai da te

Cosa serve per costruire sedie pieghevoli legno

  • Legno duro di prima scelta, ben stagionato: 2 stanti 35x75x940 mm, 1 traversa inferiore 30x20x290 mm (lunghezza fra i tenoni), 1 traversa centrale 30x120x290 mm (lunghezza fra i tenoni), 2 traverse laterali sottosedile 30x100x250 mm (lunghezza fra i tenoni; una intera e l’altra in due pezzi lunghi 230 e 20 mm), 1 falsa traversa frontale 20x80x320 mm, 2 gambe 35x35x438 mm, 2 traverse spalliera 20x75x290 mm, 3 colonnine spalliera 20x20x271 mm (la spalliera si può ricavare anche a traforo da una tavola di lamellare da 18 mm lunga 420 mm e larga, fra i tenoni, 290 mm), 1 sedile 18x330x410 mm (in lamellare o tavole unite di costa)
  • 2 spine Ø 12×50 mm;
  • 2 cerniere a libro in ottone, 40×80 mm, con viti di fissaggio;
  • 2 cerniere a cilindro Ø 14 mm;
  • colla e materiale di finitura

La spalliera della sedia pieghevole


le gambe posteriori fanno pezzo unico con gli stanti della spalliera e si ricavano da tavole di 35x75x940 mm, da sagomare con precisione. L’esatta realizzazione delle mortase (qui quella per la traversa centrale) è indispensabile per un corretto montaggio della sedia.

La spalliera della sedia pieghevole può ricavarsi in pezzo unico da una tavola di lamellare, se si ha la possibilità di lavorarla a traforo, o essere realizzata con due barre orizzontali collegate da colonnine.

La perfetta tenuta dei tenoni è essenziale: il tenone deve entrare nella mortasa senza gioco, ma senza forzare. Si foderano le ganasce degli strettoi per proteggere il legno.

Gli stanti si ricavano da due tavole di 35x75x940 mm, piallate e squadrate. Sulla faccia larga delle tavole si tracciano due linee trasversali, che delimitano la zona di 100 mm per la traversa posteriore centrale. La sagoma laterale dello stante è una striscia larga 35 mm che percorre di sbieco la tavola.

Nella faccia interna di ogni stante si aprono tre mortase profonde 20 mm (due sul ramo lungo, per la spalliera, una nel ramo corto per la traversa inferiore) e una profonda 15 mm nel tratto da 100 mm, per la traversa posteriore centrale. Nella parte frontale dello stesso tratto si apre, solo nello stante di sinistra, un’altra mortasa di 20x10x60 mm, spostata di 5 mm verso l’esterno rispetto alla mezzeria. I due stanti vengono uniti da una traversa inferiore, da una traversa centrale e dalla spalliera ricavata da una tavola di lamellare di 420×290 mm.

La seduta

Si ricava da una tavola di lamellare 18x330x410 mm (lungo vena). Largo 410 mm al bordo anteriore si restringe fino a 330 su quello posteriore assumendo forma a trapezio. Gli angoli anteriori si arrotondano e i tre lati liberi si fresano con due passate di fresa a quarto di cerchio. Sotto il bordo anteriore del sedile si fissa con spine cieche una falsa traversa.

Le gambe anteriori

Sono due L costituite da un listello 35x35x438 mm e una tavola sezione 30×100 mm, incastrata a filo del capo superiore con tenone e mortasa. La tavola della gamba destra è lunga 250 mm; quella dell’altra gamba è formata da una sezione di 220 mm e una di 30 mm alla quale si articola con una robusta cerniera di ottone fresato, a libro, di 40×80 mm.

Le gambe anteriori, con la relativa traversa, sono incernierate alla spalliera in modo tale da potersi ripiegare l’una sull’altra; il risultato si ottiene “spezzando” la traversa di sinistra.
Il sedile si articola sulla traversa centrale posteriore con le invisibili cerniere a cilindro, da bloccare dentro fori a misura. Si incastra il sedile sulle cerniere e lo si ribalta sulle gambe, munite di marcatori, per trovare la sede dei fori di fermo per le spine. Il sistema permette di ottenere l’elegante allargamento
della parte anteriore senza dover tagliare di sbieco i tenoni delle traverse.

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